Skip to content

La  “Triade della libertà”  è costituita da 3 proposte popolari di legge che verranno presentati dagli elettori nelle regioni e nelle province autonome. I tre progetti di legge affrontano tematiche molto importanti che vanno dai diritti umani nel campo medico, ai diritti economici e sociali, a quelli della partecipazione democratica.

La Triade della Libertà costituisce un progetto di riforma sociale complessivo che parte dagli elettori, che devono fare il minimo sforzo di sottoscrivere delle proposte di legge tramite le nuove possibilità date dalla firma elettronica. 

Nel 2019 le proposte sono state depositate in Regione Veneto, e per la prima volta, seguendo la normativa UE, abbiamo dato modo agli elettori di firmare elettronicamente. Purtroppo la Regione si è concretamente opposta alla nuova modalità, impedendoci per 4 mesi su 6 di raccogliere le firme.

Purtroppo ci troviamo in un momento molto delicato della storia nel quale i sistemi democratici sono deteriorati e attuano sempre più la soppressione di importanti fasce di diritti fondamentali, fino a realizzare la modifica genetica degli esseri umani come fossero animali da allevamento industriale. (Nota del 2022: Quando le parole precedenti sono state scritte era il 2019, non c’era ancora stata la “pandemia”  da Covid-19 con la quale nel 2021 si sono indotti o costretti decine di milioni di persone in Italia a sottoporsi ad una iniezione capace di operare una tale modifica del genoma.)

Contemporaneamente i sistemi finanziari globali, supportati dai poteri nazionali manipolati dai media, non stanno più funzionando nel senso di tutelare i risparmiatori (si pensi alle Banche del Veneto) ma evidentemente nel senso di tutelare i banchieri a danno dei popoli. Tutto questo avviene, in un momento in cui paradossalmente la tecnologia permetterebbe, al contrario, una molto più ampia partecipazione popolare al governo della cosa pubblica, e una progressiva liberazione dell’uomo dal lavoro e dalla malattia. Se da una parte il Parlamento risulta sordo alle istanze popolari, è possibile invece chiedere a livello territoriale il rispetto di certi diritti, perché generalmente le Regioni hanno tempi contingentati per la messa in discussione delle proposte popolari di legge, tanto più che il rapporto è fisicamente più diretto. Per altro in tema di diritti umani e di banche a carattere regionale, per Costituzione sono proprio le Regioni che devono attuare la normativa dello Stato o ratificate dallo Stato, e sono le Regioni che possono fare in modo modo che tali diritti ed opportunità diventino realtà. Ovviamente la “disattenzione” delle Regioni non rende in nessun modo giustificabile che lo Stato non rispetti tali diritti previsti dalla Costituzione o dai trattati, ma ne realizza almeno una parte. Da qualche parte occorre cominciare, meglio quindi con ciò che teoricamente è più a portata.

Il primo progetto di legge “Salute” chiede alle Regioni e alle Province autonome di attuare e rendere effettivi diversi trattati internazionali già ratificati dallo Stato. Da una parte la Convenzione di Oviedo ed  i protocolli aggiuntivi in tema di diritti umani nella medicina del Consiglio d’Europa, già ratificati e resi esecutivi dalla legge n. 145 del 2001, Convenzioni nelle quali si parla di rispetto dell’integrità fisica dell’individuo di fronte alle sperimentazioni scientifiche e istituzionali, del diritto al consenso informato che si deve poter dare ad ogni cura ed anche in fin di vita, dell’autodeterminazione del cittadino riguardo le scelte terapeutiche, oltre che della tutela degli embrioni contro la modifica genetica,  la tutela delle cellule staminali e dei derivati del sangue. Senza queste Convenzione, che sono già legge ratificata dallo Stato e utilizzate a livello statale nelle Ordinanze del Ministero della Salute e dai Tribunali, verrebbe meno la tutela dell’uomo in medicina, materia che per Costituzione spetta alle regioni, che devono attuare interamente i disposti internazionali. Oltre alla Convenzione di Oviedo viene richiesta l’attuazione della  Direttiva 2001/20/CE che tutela le persone sane, ed in particolare i bambini, dalle sperimentazioni abusive di farmaci.

Leggi la proposta di legge “Salute” come depositata in Veneto

Il progetto di legge “Banche” prende atto dal fatto che se le banche non sono obbligate a reinvestire nel territorio i capitali depositati nei conti correnti oltre che i proventi della loro attività, succede in concreto che esse investono nel sistema globale dove più conviene, si arricchiscono e diventano oggetto di predazione internazionale, e di Risiko bancario. In conclusione i risparmi delle generazioni e dei territori  finiscono a reinvestire dove più conviene, e non nella economia reale del territorio o dove c’è più necessità. Questo porta inevitabilmente a dissanguare l’economia locale a causa della mancanza di credito del tessuto produttivo locale. Per la Costituzione italiana le Regioni hanno competenza sulle banche cosiddette “a carattere regionale”, ossia che hanno la maggior parte delle loro attività in una sola regione, ed in essa hanno anche la direzione ed i proprietari. E’ un modello di banca che da decenni funziona bene nelle province autonome di Trento e Bolzano, erogando mutui a tassi molto più bassi delle banche non regionali perché sono costrette a farlo. Sono queste banche regionali uno dei segreti del benessere delle Province di Trento e Bolzano in quanto li proteggono dalla predazione finanziaria internazionale.

Leggi la proposta di legge “Banche” come depositata in Veneto

La proposta di legge popolare denominata “PEC” rende possibile la raccolta telematica delle sottoscrizioni popolari attraverso la PEC (Posta Elettronica Certificata), in modo che eventuali futuri progetti di legge di iniziativa popolare potranno essere presentati in maniera più agevole, con una maggiore partecipazione democratica, e soprattutto senza che vi sia la possibilità di veto da parte della classe politica tramite il trucco delle autenticazioni delle firme. Con il nuovo sistema i cittadini si faranno un po’ più legislatori . Questi strumenti sono già parzialmente normati, come pure le firme elettroniche del regolamento eIdas, ma conviene espressamente prevederli per dare uno strumento chiaro anche agli addetti delle Regioni e per far in modo di liberare i Comuni da queste incombenze .Anche questo, come gli altri progetti di legge, potranno essere arricchiti durante la discussione in Aula.

Leggi la proposta di legge “PEC” come depositata in Veneto

Le relazioni introduttive ed i testi di proposte di legge sono sottoposte al diritto d’autore, ma siamo disponibili a redarre la versione adattata alla propria regione o provincia autonoma per presentarla. Se vuoi collaborare per portare nella tua regione la Triade della Libertà, scrivici.

Stiamo raccogliendo le preiscrizioni per queste ed altre proposte

RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Chiama ora!